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Potendo scegliere, un medico preferirebbe visitare il primo arrivato o chi ne ha più bisogno?

Nel 1792, il medico francese Jean Dominique De Larrey fu il primo a trattare i feriti sul campo di battaglia applicando il processo del triage.

Oggi il triage è universalmente riconosciuto come un modello di efficacia, efficienza ed economicità nella gestione di eventi avversi caratterizzati dalla discrepanza tra richiesta e offerta di assistenza.

Grazie al triage, in medicina l’intervento cronologico per ordine di arrivo è stato definitivamente abbandonato a favore di una scala di priorità.

Quel medico francese ha dato vita alla moderna logica che consente di:
• smistare i pazienti non urgenti;
• assicurare immediata assistenza al malato che giunge in emergenza;
• indirizzare alla visita medica i pazienti secondo un codice di priorità;
• identificare le priorità e l’area più appropriata di trattamento;
• ridurre i tempi di attesa per la visita medica;
• migliorare la qualità delle prestazioni professionali del personale in Pronto Soccorso.

Quindi, in un laboratorio analisi si dovrebbe refertare la prima provetta caricata o quella a priorità più elevata?

Se in un laboratorio analisi, dietro a ogni provetta di sangue c’è un paziente, perché dopo più di 220 anni da quel campo battaglia i moderni sistemi di automazione di laboratorio processano ancora i campioni in una logica FIFO (First In First Out)? Qual è il valore di un processo automatizzato se lavora con assoluta casualità?

Scegli di implementare nel tuo laboratorio analisi un processo di triage automatico e supera l’attuale logica FIFO.

Universalmente riconosciuti, abbiamo visto quali siano i benefici tangibili dell’applicazione di un triage in ambito sanitario; se proviamo a fare un semplice esercizio e immaginiamo di poter applicare le logiche del triage in un laboratorio analisi e sostituiamo la parola “paziente” con la parola “provetta”, dalla definizione di questi benefici otteniamo che si potrebbe:
• smistare i campioni non urgenti;
• assicurare immediata assistenza al campione che giunge in emergenza;
• indirizzare agli analizzatori i campioni secondo un codice di priorità;
• identificare le priorità e l’area più appropriata di trattamento;
• ridurre i tempi di attesa per la visita medica;
• migliorare la qualità delle prestazioni professionali del personale
in laboratorio analisi.

Questi non sono altro che gli obiettivi che dovrebbero essere perseguiti con un progetto di workflow moderno.
Con DxA 5000, oggi è possibile processare le provette secondo una logica rivoluzionaria: First In, Best Out. Proprio come avviene per i pazienti in un Pronto Soccorso con il triage e con la sua sala d’aspetto. Un nuovo modo di fare automazione.

DXA 5000: Triage e FIBO

DxA 5000 permette l’implementazione di un triage automatico di laboratorio, che evita ritardi sulle risposte cliniche: attraverso il rivoluzionario uso del Distribution Manager che agisce come una moderna sala di aspetto per poter processare una provetta, e quindi un paziente, secondo la logica del triage.

Implementazione di un triage automatico di laboratorio analisi: First in Best Out
Il modulo di carico di DxA 5000 è stato ingegnerizzato per automatizzare la gestione contemporanea di campioni a priorità differenti. Il beneficio tangibile per gli operatori è quello di essere sgravati dall’onere di identificare e selezionare manualmente le provette rispetto ai campioni routinari che possono essere completati entro la giornata.

Opportunamente configurato, DxA 5000 è in grado di ricevere in ingresso provette ordinate in modo casuale anche se con priorità differenti, ordinandole automaticamente e rilasciandole sul sistema di trasporto principale dell’automazione; secondo logiche prioritarie solo un determinato set di provette funzionali e strategiche può raggiungere gli obiettivi di TAT prefissati, superando il sistema di lavoro delle automazioni attuali di terza generazione (sistema First In First Out).
Solo le provette che realmente necessitano di essere processate, rispetto al profilo che si sta generando dinamicamente in laboratorio in tempo reale, saranno instradate verso la fase analitica, come avviene in un moderno Pronto Soccorso coi pazienti dopo il triage.
Dopo l’acquisizione dei dati della provetta e il loro posizionamento nell’area di distribuzione del rack da parte del robot di immissione provette, il robot di distribuzione di provette le ordina nelle posizioni di destinazione dando priorità ai campioni urgenti con il superamento dei campioni di routine già presenti nel sistema.
DxA 5000, essendo a pieno titolo l’automazione di quarta generazione, non utilizza il trasporto per collegare le funzioni di pre-analitica, svincolandosi da una logica sequenziale di progressione a favore dell’implementazione di un TRIAGE Automatico di laboratorio.

Gli obiettivi del triage in Critical Care sono:
• accomodare momentaneamente i pazienti non urgenti;
• assicurare immediata assistenza al paziente che giunge in emergenza;
• indirizzare alla visita medica i pazienti secondo un codice di priorità;
• identificare le priorità e l’area più appropriata di trattamento;
• ridurre i tempi di attesa per la visita medica;
• migliorare la qualità delle prestazioni professionali del personale in Pronto Soccorso.
Considerando che la naturale espressione del paziente in un laboratorio di analisi è la sua provetta, è necessario:
• accomodare i campioni non urgenti;
• assicurare immediata assistenza al campione che giunge in emergenza;
• indirizzare agli analizzatori i campioni secondo un codice di priorità;
• identificare le priorità e l’area più appropriata di trattamento;
• ridurre i tempi di attesa per la visita medica;
• migliorare la qualità delle prestazioni professionali del personale in laboratorio.
Questi possono essere considerati a pieno titolo gli obiettivi del triage in un laboratorio analisi.

Benvenuto
nel futuro